Margaret Atwood, Il racconto dell’ancella e I testamenti


WhatsApp Image 2021-01-06 at 15.49.09Nel 1985 Margaret Atwood pubblica The Handmaid’s Tale, fedelmente tradotto in italiano come Il racconto dell’ancella, opera che si inserisce nella tradizione del romanzo distopico – 1984 di Orwell, Fahreneit 451 di Bradbury, Il mondo nuovo di Huxley sono i romanzi a cui Atwood in un articolo del 2012 ha dichiarato di essersi appassionata durante l’adolescenza, e da cui prende le mosse l’idea del Racconto dell’ancella. Nello stesso articolo Atwood scrive:

“Mi sono data una regola: non avrei incluso (nel romanzo) nulla che gli essere umani non avessero già fatto in qualche altro luogo o epoca, né qualcosa per cui la tecnologia già non esistesse. Non volevo essere accusata di inventare nulla”.

Dunque si tratta di distopia realistica, e non fantascientifica. Atwood immagina che dopo una guerra nucleare che ha portato una disastrosa crisi economica e demografica, gli Stati Uniti siano diventati una teocrazia ispirata a stralci della Bibbia, tagliati e cuciti su misura per mantenere saldo il potere nelle mani dei pochi. Uomini? Non solo.

Il Racconto dell’ancella spesso è stato chiamato “distopia femminista”, ma questo termine è impreciso. In una distopia femminista pura e semplice, tutti gli uomini avrebbero avuto maggiori diritti rispetto a tutte le donne. Sarebbe una struttura a due livelli: uomini al livello superiore, donne al livello inferiore. Ma Gilead è il solito tipo di regime dittatoriale: a forma di piramide, con i potenti di entrambi i sessi all’apice (anche se gli uomini generalmente in posizione più rilevante rispetto alle donne dello stesso livello); poi livelli discendenti di potere e di status con uomini e donne in ogni livello, fino all’ultimo,dove gli uomini non sposati sono obbligati a servire nell’esercito per essere poi ricompensati con una Economoglie”.

I lettori di Atwood sono ormai familiari con le terminologie usate dall’autrice per identificare le classi sociali dei personaggi; le Ancelle, dalla voce di una delle quali è narrato il romanzo, sono una casta a sé: le uniche donne che hanno conservato la fertilità e che vengono tenute in considerazione per il loro valore di fattrici di figli. Le Ancelle vengono educate fin da adolescenti in apposite scuole e vengono private del loro nome, acquisendo via via quello dell’uomo a cui apparterranno. La nostra protagonista si chiama Offred (in italiano Difred) perché appartiene a Fred.

Trovo molto interessante il fatto che Il racconto dell’ancella venga inserito in una cornice metanarrativa: nel 2197 si svolge un convegno di Studi Gileaadiani, in cui viene presentato il ritrovamento di questo testo autografo, importante testimonianza della vita dell’epoca.

Nella stessa cornice narrativa si inserisce il seguito, I Testamenti, scritto da Atwood nel 2019, quindi a distanza di trent’anni dal prequel. Questo secondo libro fornisce un quadro più complesso del sistema dittatoriale di Gilead, presentato da tre diverse voci: quelle di Zia Lydia, di Agnes e di Daisy; e ci svela anche come va a finire la vicenda umana della protagonista. Risulta quindi imprescindibile per completare il quadro disegnato da Atwood.

I due libri sono imperdibili per tutti gli appassionati del genere distopico, sono appassionanti e il ritmo narrativo incalzante li rende di facile lettura.

Margaret Atwood è poetessa e autrice di molti altri romanzi di vario genere, tra cui anche Il canto di Penelope, rivisitazione del personaggio omerico.

 

 

Margaret Atwood, Il racconto dell’ancella e I testamentiultima modifica: 2021-02-09T17:34:07+01:00da giuliadibez
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